Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (“PNRR”) è un documento predisposto dal Governo italiano per illustrare alla Commissione europea come intende gestire i fondi del Next Generation EU (NGEU), strumento introdotto dall’Unione Europea per la ripresa post pandemia Covid-19.

L’obiettivo è quello di definire un pacchetto coerente di riforme e investimenti per il periodo 2021-2026, per riparare ai danni economici e sociali della crisi pandemica e contribuire ad affrontare le debolezze strutturali dell’economia italiana.

I progetti che il nostro Paese intende realizzare con le risorse stanziate, che ammontano a 191.5 miliardi di euro oltre a 30.6 miliardi di risorse nazionali, riguardano diversi ambiti come la digitalizzazione e l’innovazione, la transizione ecologica e l’inclusione sociale.

Il PNRR rivolge particolare attenzione alle politiche attive per il lavoro, finanziando un progetto che costituisce la parte fondamentale dell’azione di riforma in questo ambito, definito GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori), che si inserisce nell’ambito della Missione 5, Componente 1 del PNRR, con un orizzonte temporale di attuazione che va dal 2021 al 2025. All’attuazione del GOL sono destinati circa 4.4 miliardi di euro e, da un punto di vista operativo, sono già stati stanziati circa 900 milioni da destinare alle Regioni, affinché attuino politiche attive e formazione in campo lavorativo. Questo programma mira a favorire l’occupabilità dei lavoratori e innalzarne il livello di formazione, prevedendo il reinserimento lavorativo dei disoccupati, di lavoratori con redditi bassi, di precettori del Reddito di Cittadinanza, di lavoratori fragili o vulnerabili (giovani, donne e disabili) e di lavoratori in cassa integrazione straordinaria.

Il GOL rientra nel più ampio progetto di riforme nel comparto lavoro che comprende anche il Piano Nazionale per le nuove competenze, il potenziamento dei Centri per l’Impiego e il rafforzamento del Sistema duale.

Per il programma GOL i principi fondanti, denominati milestone, sono due, e fanno riferimento a due diverse fasce temporali: l’entrata in vigore dei decreti interministeriali per l’approvazione del GOL e del Piano Nuove Competenze entro il 2021, e l’adozione di Piani regionali per la piena attuazione del GOL e il raggiungimento di almeno il 10% dei beneficiari complessivi entro il 2022.

Il programma deve raggiungere varie finalità, definite target, ciascuna riguardante diversi obiettivi quantitativi e numerici:   

  • target 1almeno 3 milioni di beneficiari entro il 2025 di cui almeno il 75% devono essere donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, giovani under 30, lavoratori over 55;
  • target 2: almeno 800 mila dei 3 milioni di cittadini, dovranno essere coinvolti in attività di formazione, di cui 300 mila per il rafforzamento delle competenze digitali.
  • target 3: almeno l’80% dei CPI (centri per l’impiego) in ogni regione entro il 2025 deve rispettare gli standard definiti quali livelli essenziali in GOL.

Il programma prevede diversi percorsi mirati di sostegno alla ricollocazione. L’elemento che accomuna i diversi percorsi è la personalizzazione, che permetterà di delineare la soluzione più adatta in base alle esigenze dei singoli soggetti, differenziando gli interventi a seconda dell’età, del livello di competenze, del contesto del mercato di riferimento, delle concrete opportunità occupazionali. Questi i 5 percorsi:

  • Il reinserimento per coloro che sono più facilmente occupabili, che prevede servizi di orientamento per l’accompagnamento al lavoro.
  • L’aggiornamento, per chi ha bisogno di allineare le proprie competenze, che prevede interventi formativi di breve durata e dal contenuto professionalizzante.
  • La riqualificazione per chi è più distante dal mondo del lavoro, per cui è necessaria una formazione più consistente indirizzata ad un innalzamento dei livelli di qualificazione.
  • Lavoro e inclusione per i bisogni più complessi, in presenza di barriere che vanno oltre la dimensione lavorativa, che prevedono l’attivazione della rete di servizi territoriali.
  • La ricollocazione collettiva nella situazione di crisi aziendale, in cui vengono valutate le chances occupazionali, la professionalità dei lavoratori e il contesto territoriale per gruppi di lavoratori.

Tra le diverse finalità del programma, con lo scopo di intervenire sulle competenze di base e sulla formazione professionale, si riscontra la volontà di integrare tra loro i servizi territoriali: le linee guida del programma, infatti, vengono stabilite a livello nazionale, ma l’attuazione delle stesse spetta alle singole Regioni e Province Autonome. Le Regioni hanno quindi la facoltà di stabilire le attività volte ad assicurare il rispetto degli standard stabiliti a livello nazionale, prevedendo però degli iter procedurali comuni, in modo da garantire un’uniformità di servizi su tutto il territorio nazionale, in termini qualitativi e quantitativi. 

Altre finalità riguardano il superamento dell’eterogeneità delle prestazioni e dei servizi garantiti nei territori, centralizzando i livelli essenziali delle prestazioni; la previsione di specifici percorsi di integrazione tra le politiche della formazione e le politiche attive del lavoro; la cooperazione tra i servizi pubblici e le agenzie per il lavoro; un maggior coinvolgimento della realtà aziendale per facilitarne l’ingresso di lavoratori; lo sviluppo di progetti innovativi e sperimentali orientati al raggiungimento dei risultati.

Ulteriore obiettivo riguarda le misure da adottare per la trasformazione digitale dell’intero sistema, processo graduale ma di immediata attuazione, che comporta un’importante revisione dell’intero mondo dei servizi.

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