Il tema delle vaccinazioni è di grande attualità, essendo uno strumento fondamentale per fronteggiare il virus Covid-19. Il 1° aprile è entrato in vigore un provvedimento normativo che ha stabilito l’obbligo di vaccino per le professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario. Inoltre, di recente, sono stati compiuti vari interventi in materia di prevenzione e controllo, al fine di migliorare la situazione di emergenza nella quale versa il nostro paese.
I temi trattati sono:
- Vaccinazioni in azienda;
- Obbligo di vaccinazione per i lavoratori;
- Indicazioni Inail su prevenzione e controllo in tema di varianti e vaccini;
- Misure di prevenzione sul luogo di lavoro, la guida di ATS MILANO.
Vaccinazioni in azienda
In questi giorni, il Ministro del lavoro Orlando, in seguito agli incontri avvenuti con le parti sociali, ha dichiarato che presto saranno definiti i requisiti minimi per individuare i luoghi nei quali sarà possibile procedere alla vaccinazione e le modalità con le quali le imprese potranno aderire alla campagna vaccinale.
La regione Lombardia ha già approvato i criteri ed i requisiti per l’estensione della campagna vaccinale anti Covid-19 alle aziende produttive lombarde. Per rendere effettiva la collaborazione tra le aziende lombarde, i medici Competenti e il Sistema Sanitario Regionale, è stato approvato uno schema di protocollo d’intesa, sottoscritto da Regione Lombardia con le associazioni rappresentative delle aziende (Confindustria Lombardia e Confapi) e dei medici Competenti (ANMA), e a cui potranno aderire anche altre associazioni di categoria o altre società scientifiche interessate.
Anche la regione Veneto si sta organizzando per estendere la campagna vaccinale anti Covid-19 a favore delle aziende produttive della regione.
Obbligo di vaccinazione per i lavoratori
Il 1° aprile è entrato in vigore il DL n. 44/2021, il quale ha stabilito l’obbligo di vaccinazione per gli esercenti delle professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario. Si prevede che la vaccinazione costituisca requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative rese dai soggetti obbligati. Sarà possibile omettere la vaccinazione solo in casi di accertato pericolo per la salute. In caso di accertamento di mancata vaccinazione per i soggetti obbligati, è prevista la sospensione dal diritto di svolgere le prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o che comportano il rischio di diffusione del contagio da Covid-19.
Le conseguenze definite dalla norma rispetto alla mancata vaccinazione, sono il cambio di mansione, ove possibile, oppure la sospensione dall’attività senza retribuzione o compenso.
Tale disposizione, valida solo per gli operatori in ambito sanitario, potrebbe essere la via da seguire per il legislatore rispetto ai luoghi di lavoro non ricompresi in questo ambito, in quanto risulta evidente come, in questa fase storica, sia necessario dare una maggiore tutela all’interesse collettivo rispetto all’interesse individuale legato al diritto di scelta di accedere o meno al vaccino.
Tuttavia, se oggi fossero già disponibili i vaccini anche per la generalità dei datori di lavoro, quest’ultimo potrebbe chiedere ai lavoratori di sottoporsi alla vaccinazione ai sensi dell’art. 2087 c.c. e, in caso di rifiuto, rivolgersi al medico competente per una valutazione di temporanea inidoneità alla mansione.
Tale circostanza, potrebbe comportare la sospensione dalla retribuzione solo come estrema soluzione, nel caso in cui non sia possibile un cambio di mansione o l’utilizzo di ferie o permessi disponibili.
Indicazioni INAIL su prevenzione e controllo in tema di varianti e vaccini
L’INAIL, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, il ministero della Salute e l’AIFA, ha diffuso un documento contenente le prime indicazioni in merito alle buone pratiche da seguire in questo periodo in cui la diffusione del COVID-19 è tornata a crescere.
Il documento, in particolare, si focalizza su:
– i comportamenti da tenere alla luce della comparsa delle nuove varianti del virus;
– come comportarsi nei confronti delle persone già vaccinate.
I vari temi sono trattati nel documento sotto forma di quesiti e sono suddivisi in due gruppi, uno riguardante le misure di prevenzione non farmacologiche e l’altro riguardante le misure farmacologiche come la vaccinazione.
Nella trattazione sono affrontati vari argomenti, tra i quali i test diagnostici, il comportamento dei lavoratori vaccinati, le persone che hanno ricevuto il vaccino fuori dall’ambiente di lavoro, i contatti di un soggetto vaccinato con una persona positiva, lo screening degli operatori sanitari, la vaccinazione di chi è già stato contagiato.
Misure di prevenzione sul luogo di lavoro, la guida di ATS MILANO
Si segnalano le indicazioni fornite dalla guida ATS di Milano, nella quale sono contenute specifiche disposizioni rivolte ai datori di lavoro in merito alle misure di prevenzione da adottare, che si dimostrano come valido esempio per qualsiasi imprenditore.
In particolare, I datori di lavoro, nell’ambito della prevenzione del contagio da COVID-19, oltre a rispettare i protocolli condivisi e le linee guida previste, devono informare i lavoratori sulle misure precauzionali adottate dall’azienda, tramite distribuzione di opuscoli o per affissione di manifesti.
Oltre alla previsione di misure di gestione dell’accesso in azienda (misurazione temperatura corporea, percorsi diversificati, orari di ingresso e di uscita scaglionati, regole specifiche per fornitori esterni ecc.), di igiene personale (lavaggio frequente delle mani, messa a disposizione di detergenti, utilizzo di DPI ecc.) e di gestione degli spazi comuni (contingentare l’accesso e sanificare gli spazi) la guida dell’ATS di Milano fornisce indicazioni per la pulizia/sanificazione degli ambienti di lavoro, con particolare attenzione alla pulizia degli impianti di ventilazione e condizionamento.
Inoltre, all’interno della guida, vengono fornite indicazioni riguardanti il ruolo e i poteri del medico competente nella gestione dei mezzi di prevenzione in fase di emergenza epidemiologica.