La conversione in Legge del decreto Aiuti-bis, agli art. 23-bis e 25-bis, apporta nuovamente delle modifiche riguardanti la tematica del lavoro agile.
Il Decreto Aiuti (d.l. 17 maggio 2022 n. 50), dalla data del 1° settembre, ha reintrodotto la disciplina del lavoro agile pre-emergenziale, prevedendo la necessità di un accordo individuale e mantenendo però la possibilità di effettuare una comunicazione semplificata e massiva dei lavoratori in smart working, abolendo l’obbligo di allegare alla comunicazione l’accordo individuale (si rimanda alla newsletter pubblicata il 2 settembre 2022 sul nostro sito).
L’entrata in vigore del Decreto Aiuti-bis (d.l. 9 agosto 2022 n. 115), in deroga a quanto previsto dalla normativa attualmente in vigore, prevede la reintroduzione delle disposizioni in tema di smart working attuate durante il periodo emergenziale fino al 31 dicembre 2022, prevedendo che tutte le aziende del settore privato possano disporre che l’attività sia svolta in modalità agile anche in assenza di un accordo individuale con il lavoratore.
Il rinvio dell’art 25-bis all’art 10, comma 2-bis, del decreto 24/2022, oltre ad eliminare l’obbligatorietà dell’accordo individuale, consente la possibilità di notificare l’elenco dei lavoratori in smart working al Ministero del lavoro in modalità semplificata.
L’art 23-bis del decreto Aiuti bis invece, reintroduce e ribadisce, sempre fino al 31 dicembre 2022, il diritto per i lavoratori fragili e i lavoratori con figli under 14 al lavoro agile. Quindi:
- I lavoratori fragili svolgeranno “di norma la prestazione lavorativa in modalità agile” (art. 26, comma 2-bis, Dl 18/2020), prevedendo eventualmente l’assegnazione a una mansione diversa o lo svolgimento di attività di formazione professionale anche da remoto.
- I lavoratori genitori di under 14, invece, possono ricorrere allo smart working se l’altro genitore non sia interessato da sospensione o cessazione dell’attività e se la modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione.
Viene prorogato il diritto allo smart working anche per i lavoratori esposti in via maggioritaria al rischio di contagio da Covid-19, nonostante non sia ancora stato chiarito con quale modalità individuare tali lavoratori.
Lo studio rimane a disposizione.